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Dal 9 al 12 Aprile 2015 si giocherà il 78° Masters Tournament sul prestigioso percorso dell’Augusta National, ad Augusta in Georgia. Sarà il primo appuntamento dei quattro major stagionali che appassionano i golfisti di tutto il mondo perché ognuno ha una caratteristica particolare: l’Open Championship, nato poco dopo la metà dell’800, attraversa il secolo per celebrare la 144° edizione; l’US Open è il sogno di ogni golfista perché è aperto a tutti; il PGA Championship è prossimo a festeggiare il centenario. Il Masters vive in un’atmosfera particolare trasmessa anche dal tracciato voluto da un grande campione come Bobby Jones.

Bobby Jones Augusta

La storia del Masters inizia ufficialmente nel 1934. L’Augusta National rappresenta la realizzazione di un sogno di Robert Tyre Jones, detto Bobby, uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi. Il suo sogno era creare un circolo non solo dove poter giocare lontano dagli occhi dei tifosi, ma anche e soprattutto dove le tradizioni del gioco fossero osservate e tramandate. Un sogno che nel 1930, anno in cui si ritirò dall’attività agonistica a soli 28 anni, decise di realizzare. In quello stesso anno Bobby Jones aveva compiuto un’impresa golfistica senza eguali: vincere i quattro majors dell’epoca (diversi quindi da quelli di oggi): l’US Open, l’Open inglese e i due relativi campionati dilettanti. Un giornalista, per riportare l’impresa, rubò al bridge il termine di “grande slam”, rimasto poi nel vocabolario golfistico.

Il terreno adatto fu trovato ad Augusta, nella proprietà di circa 150 ettari Fruitlands Nurseries. Si trattava di una proprietà che apparteneva agli indigeni ed era stata acquistata nel 1857 da un nobile belga, il Barone Louis Mathieu Edouared Bercksman il cui hobby era l’orticultura. Insieme al figlio agronomo, il Barone importò una grande varietà di piante poco diffuse negli Stati Uniti creando il più importante vivaio specializzato della Georgia e del Sud. Oggi, questo assortimento di piante costituisce il patrimonio arboreo senza eguali del percorso e si distende tutto intorno alla dimora coloniale trasformata in club house.

Per la progettazione del campo, Jones si rivolse al Dottor Alister Mackenzie, un medico scozzese che aveva lasciato la professione per dedicarsi proprio alla costruzione dei campi. I due erano in sintonia su alcuni concetti di costruzione come evitare ostacoli di aspetto eccessivamente artificiale come i bunkers, favorire quelli naturali quali ruscelli e dossi. L’obiettivo era avere un percorso che permettesse a tutti i giocatori di divertirsi, indipendentemente dal livello.

BJ-3-50Il percorso fu inaugurato nel 1932.

Creato il campo, si pensò di ospitare un grande evento che non fosse però itinerante. Si decise quindi per un torneo a inviti riservati a grandi giocatori. Il socio di Bobby propose di chamarlo “The Masters”, ma Jones ritenne potesse peccare di presunzione. Si optò per “Augusta National Invitation Tournament”, nome che rimase fino al 1938 quando divenne l’attuale “Augusta Masters Tournament”, nome già battezzato dalla stampa. Uno dei più importanti giornalisti dell’epoca concluse il suo articolo dicendo che “l’opinione generale è che Bobby Jones e Augusta abbiano dato inizio a un evento che si tramuterà in uno tra i più grandi della storia del golf”.

Nella seconda edizione del torneo un tiro, entrato nella storia del golf, fece da cassa di risonanza. Lo realizzò all’ultimo giro Gene Sarazen alla buca 15 (par 5) facendo buca dalla distanza di 220 yard utilizzando un legno 4.

 

14Masters2hp-master675Dal 9 Aprile Bubba Watson, che ha già collezionato due giacche verdi, difenderà il titolo, anche se molto probabilmente l’attenzione sarà concentrata su Rory McIlroy che, assicurandosi il titolo, completerebbe anche il grande slam avendo vinto gli altri tre major.

 

Buon Masters a tutti!

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